Monumento

Curiosità

Da Amalfi a Gerusalemme

L’impianto architettonico dell’Arsenale richiama decisamente edifici di gusto islamico. In particolare, il sistema di archi acuti, volte a crociera e pilastri è identico a quello evidenziato nei resti dell’Ospedale amalfitano di Gerusalemme, fondato nel 1063.

Questa tipologia architettonica corrisponde a quella delle corsìe dell’ospedale, fondato verso il 1063 dal nobile e ricco mercante Mauro de Comite Maurone.

In quell’edificio il priore Gerardo Sasso di Scala fondò, in concomitanza con la Prima Crociata, il primo ordine monastico cavalleresco della storia, intitolato a San Giovanni di Gerusalemme.

Da quell’ordine di cavalieri nacque il Sovrano Ordine Militare dei cavalieri di Malta, che ancora oggi ha come simbolo l’antica croce a otto punte, stemma della Repubblica marinara di Amalfi.

 

Una tempesta mai vista

Quasi metà dell’antico Arsenale di Amalfi è andata distrutta a causa di violente tempeste di mare. Una di queste, avvenuta nel 1343, fu particolarmente tragica, tanto da essere ricordata anche dal poeta Francesco Petrarca.

Colpi il golfo di Napoli e Salerno il 25 novembre 1343 e si trattò di una tempesta violentissima, di forza 9-10, che durò 20 ore e fu accompagnata da trombe d’aria e onde eccezionali. Petrarca, che si trovava a Napoli, ebbe modo di osservarla e di descriverla con parole piene di ammirazione e paura.

 

“Essendo sopraggiunta nuovamente una potente tempesta di mare, tutte le mura e le case prospicienti il litorale furono scrollate dalle fondamenta.
Si dice che questa tempesta abbia infuriato lungo tutto l’Adriatico, il Tirreno e per ogni dove.”

 

L’attività nel cantiere navale

L’Arsenale si presentava come una vera e propria fabbrica, nella quale le navi venivano costruite come in un’antica catena di montaggio e ognuno aveva un compito preciso.

Il cantiere era diretto dal magister tarsienàtus”. Da lui dipendevano le altre maestranze specializzate. I magistri calafàti si occupavano della “calafatùra”: erano loro a coprire con la pece gli scafi delle navi, per renderli impermeabili. I magistri àssie realizzavano le assi di legno, e venivano aiutati da semplici lavoranti, chiamati secatòres.

 

Il pavimento inclinato

Ciascuna corsia dell’Arsenale poteva contenere fino a due navi affiancate. Durante la lavorazione le navi erano tenute ferme a ceppi in legno che sono visibili ancora oggi.

Una volta terminate, le navi venivano fatte scivolare lungo il pavimento, che era stato realizzato con una leggera pendenza.

L’inclinazione del pavimento, che ancora oggi potete osservare, consentiva di far scivolare le navi direttamente verso l’antico porto, che si trovava immediatamente al di fuori dell’Arsenale.

 

Le antiche finestre

Recenti indagini compiute lungo le pareti interne delle due corsìe dell’arsenale, hanno messo in evidenza varie aperture, che in seguito sono state richiuse.

Queste finestre probabilmente risalgono alla struttura originaria di epoca medievale.

Tale scoperta chiarisce, insieme ai sondaggi effettuati durante l’ultimo intervento di restauro, che l’antico piano di calpestio si trovava a circa 70 centimetri più in basso dell’odierna pavimentazione.

In particolare, sono state individuate finestre murate simili a quelli delle monofore nel palazzo dei duchi della repubblica, localizzati presso il Municipi.

Queste finestrelle lasciano intendere che sul lato occidentale ci doveva essere, nel corso del Medioevo, uno spazio aperto e non un ambiente voltato a botte, come, invece, si rileva oggi.

 

La contrada “Alli Ferrari”

Alle spalle dell’Arsenale si sviluppava la contrada “Alli Ferrari”, così chiamata perché si trovavano le botteghe dei fabbri che fornivano i materiali al cantiere navale.

La fondazione dell’arsenale ad Amalfi fu di certo connessa alla realizzazione alle sue spalle della “Platea Fabrorum” o “Ferrariorum” (ancora oggi chiamata “Piazza dei Ferrari”). Lì si trovavano le sue botteghe-officine dei fabbri direttamente collegate al cantiere navale.

Un intero rione urbano, densamente popolato, si sviluppò quindi dal cantiere navale e verso l’interno della città, lungo la sua sezione occidentale. Questa contrada assunse le denominazioni di “Arsina Fabrorum“ nella sua parte meridionale e semplicemente di “Arsina” in quella settentrionale.

Inoltre, lo spazio viario attiguo all’arsenale e confinante con la Piazza dei Ferrari era indicato come “Plano de ipso arsena”.

 

Il sistema fognario dell‘800

Sotto all’Arsenale si sviluppa una complessa rete di canali, che furono costruiti per riversare nel fiume Canneto le acque di scarico delle abitazioni vicine.

Nel corso dei recenti lavori di restauro è stato riportato alla luce un sistema di canalizzazioni sotto il pavimento dell’edificio, realizzato intorno al 1870.

La rete di canali fu costruita per riversare nel fiume Canneto le acque di scarico delle abitazioni vicine.

Il geniale sistema fognario può rientrare nella tradizione delle complesse ed intricate canalizzazioni realizzate dagli amalfitani nel corso di vari secoli, le cui tecniche derivavano da conoscenze apprese dal mondo arabo.