Il Museo della bussola e del Ducato marinaro
L’Arsenale di Amalfi ospita una parte delle collezioni del Museo della Bussola e del Ducato Marinaro, che documentano la storia millenaria della città costiera dall’epoca romana ai nostri giorni.
Istituito nel 2010, il museo raccoglie e integra l’originaria collezione del museo civico di Amalfi, conservando e valorizzando le principali testimonianze della straordinaria storia della città e, con esse, il “debito” che il mondo moderno e la civiltà europea hanno nei confronti della civitas erede della tradizione di Roma.
Il museo
Il museo è dedicato al periodo d’oro dell’antica Repubblica Marinara, poi diventata Ducato, nell’arco di tempo che va dall’anno 839 al 1139 e, più in generale, al grande contributo che Amalfi ha saputo offrire nei secoli alla storia d’Italia.
Prima fra le Repubbliche Marinare, la città fu il principale polo di mediazione fra l’Oriente bizantino, il mondo islamico e l’Occidente cristiano e veicolò nel Mediterraneo non solo merci, ma anche norme giuridiche, tecniche di navigazione, strumenti nautici, scoperte scientifiche, culti religiosi, arte e tradizioni che ancora oggi contribuiscono a definirne “Il Mito”.
Le collezioni museali, inizialmente ospitate nel Palazzo municipale (che ancora ne accoglie una parte nel Salone Morelli al primo piano) sono esposte nell’Arsenale dall’anno 2010, all’indomani dell’intervento di restauro conservativo che lo ha definitivamente restituito alla pubblica fruizione.
La cura scientifica della raccolta, l’organizzazione dell’esposizione e la realizzazione di mostre e convegni scientifici del museo è curata dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana.
La collezione
Reperti d’epoca romana e medievale, antiche pergamene, codici e manoscritti, monete antiche, strumenti nautici e costrumi d’epoca: la collezione del museo contempla opere di varia natura e tipologia, molte delle quali testimoniano i grandi contributi della città di Amalfi alla storia del Mediterraneo.
Tra i reperti più preziosi spicca la “Tabula de Amalpha”, codice del diritto della navigazione nel Mediterraneo, diffusamente in vigore fino al sec. XVI. Si tratta di un codice marittimo il cui originale risale alle origini della Repubblica marinara di Amalfi, che contiene le norme (scritte per lo più in latino) rigurdanti tutti gli aspetti della navigazione, compresi obblighi e diritti del marinaio.
Notevoli anche gli esemplari di Tarì, moneta battuta dalla zecca di Amalfi e accettata in tutti i principali porti del Mediterraneo.
Altre opere testimoniano l’importanza e il ruolo della “Città-Stato” di Amalfi, rimasta politicamente indipendente fino al 1135, e il suo progresso sociale nel diritto e nella floridità economica: le “Pandette di Giustiniano”, trafugate dai Pisani nel saccheggio di Amalfi del 1135 e presentate nella riproduzione anastatica del 1910, le “Consuetudines Civitatis Amalphiae” del 1274 in artistica riproduzione.
La raccolta museale propone testimonianze sull’evoluzione degli strumenti di orientamento nautico tra cui la bussola, che rivoluzionò le tecniche di navigazione aprendo la via dell’oceano verso il ‘nuovo mondo’. “Inventata” secondo la tradizione dall’amalfitano Flavio Gioia, in realtà fu importata dalla Cina dai marinai amalfitani, che per primi la utilizzarono in Occidente, perfezionandola e applicando alcune delle migliorie che l’hanno modernizzata.
Il museo conserva i vestiti storici realizzati e indossati dalla comunità amalfitana durante il corteo del Capodanno bizantino, evento storico principale dell’estate cittadina.
Completano la raccolta museale alcune opere pittoriche di artisti locali, i bozzetti originali del frontone della Cattedrale di S. Andrea e degli apostoli ivi raffigurati, realizzati dall’artista Domenico Morelli, oltre ad altri oggetti relativi alla storia della città (gonfaloni, cimeli storici, oggetti sacri).
Buona parte della collezione è di proprietà del Comune di Amalfi o del Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Molte opere provengono da donazioni o raccolte private.